Le manovre nel governo all’ombra del premier: a ottobre tutto sarà in gioco

di Francesco Verderami

Le manovre nel governo  all'ombra del premier: a ottobre tutto sarà in gioco

Cadono i tabù: dopo quello storico di Prodi con Berlusconi, c’è Di Maio che chiede udienza a Draghi. Un evento che segna la fine di un’era (breve) e non si sa se ne inizia un’altra. Il ministro degli Esteri, vistosi scoperto, ha tentato di derubricare l’appuntamento con l’ex presidente della Bce a incontro «istituzionale». Ma è è evidente che si tratti di una delle tante manovre di posizionamento all’ombra di un Conte sempre più debole, per quanto convinto che «non esistono alternative a questo governo». A parte il fatto che molti sono caduti in assenza di alternative, «tutti sanno — come spiega un autorevole dirigente grillino — che a ottobre può cambiare il vento». E il premier, che descrivono «nervoso», non ha accolto di buon grado la notizia di cui era all’oscuro.

È sempre così appena gli parlano del «banchiere», come lo definiscono in modo sprezzante a palazzo Chigi, dove dicono anche che ci metterebbero «un minuto» a costruirgli contro una narrativa «aggressiva». D’altronde c’è la prova dell’insofferenza di Conte verso Draghi, che non è stato invitato agli Stati generali e che — quando scrisse l’articolo sul Financial Times per un «cambio di passo» dell’Europa — non fu citato da Conte in Parlamento, nonostante il Pd lo avesse sollecitato. La verità è che l’ex numero uno di Francoforte — dal quale ultimamente c’è stata una processione di personalità — non se ne cura, e avrà sorriso nel leggere che lo staff di Di Maio — per cercare di placare il polverone — lo ha definito un «analista». Ecco, al termine dei colloqui con l’«analista», il titolare della Farnesina ha avuto un quadro della situazione, che per ora è migliore del previsto: la tempesta finanziaria durante l’emergenza sanitaria non c’è stata, grazie agli interventi della Bce. E al momento l’Italia galleggia. Ma Di Maio ora sa che la situazione potrebbe cambiare rapidamente a causa del progressivo deterioramento del quadro economico. E se per ottobre si teme una crisi sociale, per l’inizio del prossimo anno c’è il rischio di una possibile crisi finanziaria.

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