La sfida ai sacerdoti del cavillo

di RAFFAELE MARMO

Aggredire il mostro preistorico (in tutti i sensi) a mille teste della burocrazia italiana è, come Qn ha da anni documentato, il presupposto di ogni tentativo di rilancio economico e sociale del Paese. Lo è infintamente e drammaticamente di più per un Paese ripiegato e accartocciato su se stesso come è l’Italia nei mesi della stentata uscita da una terribile pandemia.
Arriva fin troppo tardi, dunque, il decreto «semplificazioni» annunciato dal governo. Ma meglio tardi che mai. A condizione, però, che il premier Conte e i leader della maggioranza abbiano il coraggio di respingere al mittente i tentativi di svuotamento in corso da parte del solito ambientalismo parolaio e del grillismo giustizialista d’antan.

Ai signori del cavillo e del sospetto, ai guru green da salotto, ai presuntuosi formalisti in salsa legalitaria, insomma a tutti coloro che anche in presenza di un’economia devastata nei suoi fondamentali continuano a fare i puristi delle norme e delle procedure, dei codici degli appalti da mille pagine e duecento regolamenti, consigliamo innanzitutto la lettura di un paio di manuali del perfetto burocrate italiano. “È nato prima l’uomo o la carta bollata? Storie incredibili (ma vere) di una Repubblica fondata sulla burocrazia” di Alfonso Celotto, e “Io sono il potere. Confessioni di un Capo di gabinetto” di un anonimo grand commis di decine di governi.

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