Emilio Fede e l’arresto per evasione, parabola di una vita spericolata: i momenti e gli aneddoti memorabili

di Candida Morvillo

Emilio Fede e l'arresto per evasione, parabola di una vita spericolata: i momenti e gli aneddoti memorabili

Evadere dai domiciliari a Milano per festeggiare l’89esimo compleanno in un ristorante sul lungomare di Napoli è esattamente il dettaglio che mancava per coronare la biografia spericolata di Emilio Fede. Evasione più o meno «tecnica», la sua, avendo il giornalista chiesto il permesso di allontanarsi e non avendolo ancora ricevuto, però un’evasione sufficiente a mobilitare ben sei carabinieri in borghese al solo fine di prelevarlo.

Pensare che suo papà era stato brigadiere dell’Arma e pure decorato al valor militare sul fronte somalo. Questa è la parabola dell’ex «direttorissimo» del Tg4, evaso per cenare con la moglie, cosa non scontata se stai smaltendo una pena per favoreggiamento della prostituzione.

La vicenda è quella delle cene eleganti di Silvio Berlusconi, di Ruby Rubacuori, di Nicole Minetti igienista dentale e consigliera regionale, di tutto un rutilante mondo di olgettine che fanno la lap dance travestite da Ilda Boccassini. La parabola di Emilio Fede è quella di un giovanotto nato in Sicilia, cresciuto a Ostia che di sé dice «sono ambizioso, fazioso, bugiardo».

Entra in Rai nel 1961 come giornalista del Tg, si occupa di cronaca varia, nel 1964 sposa Diana De Feo, che l’altra notte è tornata nella sua casa sotto shock, e che era ai tempi figlia del potentissimo vicepresidente della Rai Italo De Feo. Da qui, per il giovane Emilio, cominciano i nomignoli che vanno da «ammogliato speciale» a «genero di prima necessità». Lui, per scrollarsi l’etichetta, prova a ripercorrere le orme paterne, cerca di farsi una reputazione in Africa, dove realizza inchieste per Tv7 e, per otto anni, fa l’inviato speciale o «l’invidiato speciale», come si definiva lui, già allora a giustificare la sfilza di appellativi che lì si arricchisce con «Sciupone l’Africano», per motivi facilmente intuibili che riguardano note spese e denunce di materiale trafugato da briganti locali. Malignità, a giudicare dagli esiti, perché poi, al Tg1, Fede fa un carrierone: caporedattore, vicedirettore, direttore pro tempore, direttore.

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