Lo Stato immobile aiuta solo Carminati

Alessandro Sallusti

Si possono convocare gli «Stati generali» ogni giorno, scrivere e riscrivere favolosi piani di rilancio, ma la realtà è un’altra cosa e ci dice tutt’altro.

Nelle ultime ore abbiamo rimesso in libertà uno dei criminali più pericolosi d’Italia, Massimo Carminati, perché la giustizia non è arrivata in tempo, dopo sei anni, a emettere uno straccio di sentenza definitiva. Tanto lenti sono i giudici e tanto pasticciata è stata l’inchiesta cosiddetta «Mafia capitale». E sempre da sei anni il governatore della Toscana, Enrico Rossi del Pd, non riesce a rinnovare il parco autobus della Regione Toscana perché sia la magistratura civile, sia quella penale gli bloccano il bando, aggrappandosi a chissà quali cavilli (ieri ha ricevuto pure un surreale avviso di garanzia).

E ancora: il ministro della Giustizia ci ha messo ben tre mesi a ritirare la circolare scarcera-boss (nel frattempo sono tornati tranquillamente a casa 350 mafiosi), mentre si misura addirittura in anni il tempo che lo Stato ci mette a pagare gli imprenditori ieri il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha rilanciato l’allarme che hanno lavorato con gli enti pubblici.

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