Csm e crisi, i tormenti del Colle

La notizia non è tanto questo o quel passaggio sulle degenerazioni o sulle “gravi distorsioni” emerse dal caso Palamara oppure questo o quel passaggio di difesa della magistratura, della sua funzione e dei suoi anticorpi. Repetita iuvant, ma in fondo Mattarella lo aveva già detto, anche con maggiore indignazione, sia dopo la prima sia dopo la seconda “ondata” di ascolti, che hanno squadernato, agli occhi dell’opinione pubblica, una questione morale nella magistratura, con i suoi intrecci correntizi e le sue commistioni opache con la politica.

Il senso del discorso del capo dello Stato, nel corso della cerimonia per ricordare i magistrati uccisi dalla mafia e dal terrorismo – esempio di “fedeltà” repubblicana che cozza con la fedeltà correntizia dei casi in questione – è, se lecito, il tormento. Il tormento di un uomo delle istituzioni che, pur consapevole delle implicazioni di questa crisi, è altresì consapevole dei suoi limiti e non intende valicarli, con una risposta eccezionale all’eccezione che snaturerebbe la natura della sua funzione: “Si odono – questo il passaggio – talvolta esortazioni, rivolte al Presidente della Repubblica, perché assuma questa o quell’altra iniziativa, senza riflettere sui limiti dei poteri assegnati dalla Costituzione ai diversi organi costituzionali e senza tener conto di essi”.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.