Ecobonus 2020 e sconto in fattura, i limiti per le piccole imprese: così rischiano di essere tagliate fuori dal mercato

Il decreto rilancio prevede lo sconto immediato in fattura e la cessione del credito per alcuni interventi di ristrutturazione edilizia – Agf

Ecobonus 2020 sconto in fattura e cessione del credito

Gli articoli 119 e 121 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 stabiliscono che il soggetto che vuole godere dell’ecobonus al 110% potrà farlo:

  • sfruttando direttamente le detrazioni, recuperando così la somma spesa abbattendo le tasse da pagare negli anni successivi;
  • ottenendo un contributo sotto forma di sconto in fattura sull’importo dovuto alla ditta che ha fatto i lavori, fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto. Quest’ultima quindi anticipa gli interventi recuperando la somma come credito d’imposta, con la possibilità di cedere poi il credito a banche e altri intermediari finanziari;
  • trasformando l’importo in credito d’imposta che potrà poi essere ceduto a istituti di credito.

Non è la prima volta che lo stato prevede l’opzione dello sconto in fattura per questo tipo di lavori. Il decreto legge 30 aprile 2019, n. 34 (detto decreto crescita), convertito con modificazioni dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, stabilisce la possibilità per il contribuente di richiedere uno sconto sull’importo da pagare per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico (disciplinati dall’articolo 14 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63). Più nel dettaglio, l’articolo 10 del decreto crescita, nel modificare la disciplina degli incentivi, prescrive che per gli interventi di efficienza energetica e l’adozione di misure antisismiche, il beneficiario può:

  • utilizzare direttamente le detrazioni, riducendo così l’ammontare di tasse da pagare negli anni successivi;
  • optare per un contributo di pari ammontare sotto forma di sconto sul corrispettivo
    dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo.

Il decreto crescita prevedeva uno sconto in fattura per l’importo da pagare per alcuni interventi di efficienza energetica e l’adozione di misure antisismiche – Agf

“Noi siamo sempre stati contrari allo sconto in fattura, perché è un meccanismo che scarica sulle spalle delle imprese l’onere di dover anticipare un beneficio statale per il contribuente che ora, con l’aliquota al 110%, in alcuni casi può diventare enorme”, ci dice Claudio Giovine, che precisa: “Il potenziamento degli incentivi con il super bonus 2020 per i lavori di efficientamento energetico e per l’edilizia sostenibile è un’ottima cosa perché può dare una scossa positiva alla crescita economica. Anche l’idea di rendere il contributo pubblico negoziabile sul mercato è positiva: garantire al cittadino la possibilità di trasformare le detrazioni in crediti fiscali cedibili anche alle banche e intermediari finanziari gli permette di monetizzare subito il credito. Ma lo sconto in fattura penalizza le imprese più piccole, che avranno difficoltà sia ad anticipare gli importi dovuti per i lavori sia a farsi carico dei costi legati alla cessione del credito d’imposta a copertura delle somme anticipate”.

Come ricorda l’articolo 121 del decreto rilancio, lo sconto sul corrispettivo dovuto può essere richiesto per i seguenti interventi, realizzati tra il 2020 e il 2021:

  • recupero del patrimonio edilizio;
  • efficienza energetica;
  • adozione di misure antisismiche;
  • recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti, ivi inclusi quelli di sola pulitura o
  • tinteggiatura esterna;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Usufruendo dell’ecobonus 2020 al 110 per cento e dell’opzione sconto immediato in fattura, il committente potrà effettuare alcuni lavori in casa senza sborsare soldi. L’impresa ottiene un credito d’imposta che poi dovrà vendere sul mercato, ma l’operazione di cessione avrà un costo non indifferente per quelle più piccole: “Al fornitore costerà circa il 25 per cento del suo guadagno”, fa notare l’esperto del Cna, che spiega: “Oltre al tasso di sconto applicato dall’istituto finanziario che acquista il credito, l’impresa dovrà anche pagare tutti i costi accessori relativi a quel credito. In fondo, chi lo compra vuole essere rassicurato del fatto che non ci siano problemi, vale a dire ad esempio che gli interventi realizzati rientrino a pieno titolo nel novero di quelli per cui la legge prevede le agevolazioni fiscali, che il costo del lavoro sia congruo, che i requisiti di accesso alla detrazione (come il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio) siano rispettati, e così via. Tutte valutazioni e riscontri che dovranno essere fatti da esperti e consulenti, passaggi che quindi rimangono a carico dell’impresa”.

Secondo Claudio Giovine, per le pmi diventa così maggiormente complicato competere con fornitori grandi o con le multiutility, per le quali anticipare l’importo del committente accumulando credito d’imposta è più semplice. Si rafforza così la tendenza per cui una multiutility si fa carico della spesa dei lavori per il cliente e dell’eventuale processo di cessione del credito (somme che potrà tenere anche in pancia per abbattare le tasse), e poi subappalta a un fornitore più piccolo i vari interventi da fare. In questo modo, le realtà di minori dimensioni diventano mere esecutrici, perdendo autonomia contrattuale e relazione con il cliente. Con il rischio di essere tagliate fuori dai giochi se non si adeguano.

Per questo, la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa chiede al Parlamento di rivedere lo sconto in fattura almeno per “gli interventi con incentivi fiscali nel limite del 50% e del 65%, che rappresentano circa i due terzi del mercato della ristrutturazione edilizia, o in alternativa elevi del 10% le detrazioni che non rientrano nel superbonus al 110% per consentire alle imprese di recuperare in parte i costi per la cessione del credito”.

BUSINESS INSIDER

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