Coronavirus, la tassa occulta: scontrini ovunque maggiorati

Secondo Rienzi “proprio il generalizzato aumento dei listini nelle prossime settimane potrebbe determinare una stangata per le tasche dei consumatori che, considerati i rincari legati al Covid nei vari settori, potrebbe determinare una maggiore spesa su base annua fino a più 536 euro a famiglia”. Ma Aldo Cursano, vice presidente vicario della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, non ci sta e parla di “polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi”. Insomma: “Prima untori, ora speculatori. Non possiamo accettare di essere trattati così”, dice, quando «”’unica priorità è riportare le persone nei locali garantendo loro il massimo della sicurezza e della convenienza”.

I rincari? “In Italia siamo 300mila imprese, quindi può darsi che qualcuno abbia applicato questa tassa Covid, ma credo che non sarà premiato da questa scelta” ma, comunque, secondo la Fipe è scorretto parlare di speculazione per “pochi casi sparsi qua e là per la penisola”. 

C’è da dire che per gli esercenti i costi della propria attività sono aumentati e i ricavi enormemente diminuiti. A conti fatti nella prima settimana di riapertura dopo il lockdown il settore ha visto quasi il 70% di incassi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma rincari sono stati registrati anche durante l’emergenza sanitaria e l’Unione nazionale consumatori ha stilato una classifica di “vere e proprie speculazioni dei prezzi”. Al primo posto gli e-book: il costo del download è aumentato in soli 3 mesi del 30,4%. Poi la frutta fresca che ha fatto segnare un più 12,8% e poi una percentuale simile per pc portatili e fissi, palmari e tablet mentre monitor e stampanti hanno registrato un aumento dell’11,3%.

QN.NET

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