Tre attivisti morti e un agente ferito, negli Usa scatta il coprifuoco in quaranta città. Smentita l’autopsia ufficiale: “George è stato soffocato”

Un uomo è stato ucciso a Louisville, in Kentucky, mentre altre due persone sono state uccise e una è rimasta ferita in una sparatoria a Davenport, Iowa. A Washington per mantenere l’ordine pubblico sono stati dispiegati anche agenti della Dea, l’agenzia federale antidroga. In tutto il Paese finora sono finite in manette oltre 4.400 persone, il coprifuoco è in vigore in quasi 40 città di 20 Stati Usa, da Los Angeles a Washington, da San Francisco a Minneapolis, passando per Atlanta, Chicago, Denver e Miami. Almeno 14 Stati e la capitale hanno mobilitato la Guardia nazionale. Trump ha chiesto governatori di riprendere il controllo delle strade. «Dovete dominare, se non lo fate vi travolgeranno facendovi apparire come degli stupidi». E ha inoltre rilanciato lo slogan «legge e ordine», usato nel 1968 dall’allora candidato presidenziale Richard Nixon e da Ronald Reagan, che all’epoca era governatore della California.

Il presidente non ha inoltre escluso il ricorso al potere illimitato dell’esercito: fonti militari dicono che la 82ª Airborne Division, i parà che hanno combattuto in Iraq e Afghanistan, è pronta ad essere inviata a Minneapolis. Ma la protesta non è solo questo, anzi. Si moltiplicano i funzionari e agenti delle forze dell’ordine, bianchi e non, che si schierano dall’altra parte, unendosi ai dimostranti in segno di solidarietà. Marciano insieme, a volte si inginocchiano ripetendo il gesto contro il razzismo del quarterback del football americano Colin Kaepernick, come si è visto nella capitale, a New York, a Miami, a Santa Cruz, a Ferguson. È la prima volta che accade dai tempi delle violenze per la morte di Martin Luther King: anche in questo caso era l’America del 1968.

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