Festa della Repubblica, Mattarella a Codogno: l’omaggio alla città simbolo della strage del coronavirus

Accanto alla stele che ricorda i caduti delle Guerre d’Italia, nell’atrio del cimitero monumentale di Codogno, c’è un drappo grigio che nasconde una targa dedicata ai morti di questi cento giorni. Le vittime del virus invisibile che qui ha colpito, in un modo o nell’altro, ogni singola famiglia. E come alla fine di una guerra, in questo 2 Giugno per la prima volta lontano dalla capitale, il presidente renderà omaggio a chi per primo ha sentito l’immenso dolore di questa emergenza. Sarà qui che Sergio Mattarella chiuderà da solo, scortato soltanto dai corazzieri, il suo viaggio privato in una terra diventata prima zona rossa e poi simbolo della più grande tragedia nazionale mai vissuta dal Dopoguerra.

La città di Codogno è stata l’alba e l’epicentro dell’emergenza coronavirus. Oggi in piazza XX Settembre ci sono i tavolini dei bar per cercare lentamente di ripartire. Le vetrine dei negozi di via Vittorio Emanuele, che manichini rimasti spogli per quasi tre mesi avevano trasformato in una piccola Chernobyl, oggi hanno abiti, colori e nuove luci. Nelle strade c’è una voglia di ricominciare che però non può essere festa. Solo un trenino, giostra per bambini sotto la Loggia del mercato vecchio, riporta un vociare di nonni e nipoti che però non basta a rompere il tempo sospeso di Codogno.

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