Sud, isole e città d’arte, le vacanze degli italiani: via per meno giorni e mete rilassanti, il 90% resta qui

Certo, a guardare ora i libri contabili ci sono solo segni meno. Pensiamo alle prenotazioni aeree nazionali: -76% a giugno, -68% a luglio, -69% ad agosto. Sull’estero non va meglio: -75% a giugno, -71% a luglio, -66% ad agosto. I circuiti internazionali di acquisto dei voli dicono questo: giugno paga l’incertezza delle regole, a luglio la gente si sposta al Centrosud e nelle isole, ad agosto azzarda una vacanza in Europa. EasyJet ricomincia a volare dal 15 giugno da Malpensa a Palermo, Catania, Bari, Napoli, Lamezia Terme, Cagliari e Olbia. Ryanair nota un incremento delle ricerche online per il Sud Italia e verso Grecia, Spagna, Cipro, Malta, Croazia e Israele. Alitalia per Sicilia, Puglia, Sardegna e Calabria. E ad Air Dolomiti fa ben sperare l’interesse verso Sicilia, Sardegna e Puglia.

La scelta dell’Italia

Ma gli operatori del settore non sono numeri, sono persone. Lavorano nel comparto del turismo organizzato 13 mila imprese, 80 mila addetti con un fatturato di 20 miliardi, a cui si aggiungono 650 mila posti di lavoro e 85 miliardi di volumi di indotto. Loro si sono fatti promotori del Manifesto per il Turismo italiano #ripartiamodallitalia. E va in quella direzione una indagine di «mUp research e Norstat» per Facile.it: dice che il 90,2% di chi farà le ferie viaggerà entro i confini nazionali e alloggerà in una casa, di proprietà (20,4%) o in affitto (22,1%), e in albergo (27,4%), mentre una piccola quota farà le vacanze in tenda, camper o roulotte (5,4%). Gabriele Burgio, presidente e ad di Alpitour, ha un osservatorio diverso: «Contro ogni aspettativa, le richieste per l’Italia superano di poco il 60%. La buona notizia è l’aumento esponenziale della richiesta di preventivi nei giorni scorsi: Puglia e Calabria in testa, con un rallentamento verso Sicilia e Sardegna a causa dei passaporti sanitari vari. Sull’estero la Spagna è ritornata la prima scelta». Grecia, Spagna, Egitto e Tunisia sono le destinazioni indicate da Filippetti di Astoi e da Gabriele Milani di Fto-Confcommercio, che spiega: «C’è voglia di ritornare a viaggiare. Le vacanze saranno più corte, per esperienze rilassanti alla ricerca di sé stessi, sulle Dolomiti, all’aria aperta». La carta su cui stanno facendo leva è la flessibilità totale del rimborso.

Città d’arte

Bernabò Bocca assicura che mai come quest’anno gli italiani potranno godere delle città d’arte. Il presidente di Federalberghi, 27 mila strutture, dà per scontata la scelta di mare e montagna. Ma fa notare: «Bisognerebbe approfittare dell’occasione irripetibile di visitare le città non affollate e con prezzi molto più abbordabili degli altri anni. Penso a Roma, Firenze, Venezia». La vera fragilità, per lui, è l’indeterminatezza delle comunicazioni e l’aspetto psicologico che ne consegue: «Un giorno si apre e uno no. Quando la gente si sentirà più sicura, partirà la corsa alla vacanza».

Il problema delle Isole

L’incertezza delle regole è ciò che sta penalizzando maggiormente la Sardegna. Massimiliano Cossu è amministratore delegato del Portale Sardegna, seconda società sarda quotata in Borsa (dopo Tiscali) e primo tour operator online per le prenotazioni nell’isola. Ammette: «Lo scorso anno nello stesso periodo avevamo già fatto il 70% delle prenotazioni per 80 mila presenze. Adesso le prenotazioni stanno riprendendo, ma i tassi di conversione sono ancora bassi: i turisti non sanno a quali condizioni possono venire». Nonostante il rallentamento, confida nella conferma delle aspettative Massimo Mura, ad di Tirrenia, Gruppo Moby e vettore primario verso la Sardegna: «Siamo ottimisti. Dopo lo sblocco del 3 giugno c’è una ripresa degli interessi e dei volumi. Per dare massima tranquillità e sicurezza ai passeggeri abbiamo a bordo un “care manager”». Per supportare l’Isola è partita proprio in questi giorni la campagna social #SardegnAperta. Una delle immagini scelte da Tiziana Tirelli, Giovanni Murgia e Gianluigi Tiddia è quella di un cavaliere della Sartiglia. Il claim spiega: «Da noi le maschere sono una tradizione».

CORRIERE.IT

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