Anche Parigi rinuncia al Mes. Verso lo slittamento del Recovery Fund

Nemmeno la Francia chiederà un prestito al Meccanismo europeo di stabilità (Mes): non conviene, Parigi ha rendimenti addirittura negativi sui decennali, l’Italia no. Ad ogni modo, lo ha chiarito oggi il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire in un briefing con la stampa alla vigilia della riunione dei board dei governatori dell’Eurogruppo che finalizzerà il pacchetto di 540 miliardi di aiuti europei: Mes, iniziativa della Bei e piano Sure della Commissione Ue di sostegno alla disoccupazione. Almeno in prima battuta, l’Italia potrebbe dunque ritrovarsi da sola a chiedere aiuto al Salva Stati, anche se il ricorso al Mes ancora divide la maggioranza di Governo. La Francia si aggiunge a Spagna, Grecia, Portogallo, tutti paesi in difficoltà col bilancio per la crisi da coronavirus ma per ora poco propensi a rivolgersi al Mes.

Il pacchetto che verrà definitivamente licenziato dall’Eurogruppo dovrebbe essere operativo a partire da giugno, tranne forse la parte ‘Sure’, che prevede una garanzia di 25 miliardi di euro da parte degli Stati e sulla quale devono votare i parlamenti di alcuni paesi membri. Il punto è che tarda ad arrivare la cosiddetta ‘quarta gamba’ del pacchetto concordato a fine aprile. Vale a dire il ‘recovery fund’ inserito nel bilancio pluriennale dell’Ue, finanziato con bond emessi dalla Commissione europea ed erogato agli Stati sotto forma di prestiti e sussidi a fondo perduto.

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