La punta dell’iceberg. Maggioranza inquieta su Conte, Renzi si muove per primo

“Conte ha parlato di incentivi per le vacanze in Italia”, dice un esponente della leadership 5 stelle dando l’impressione di prenderla alla larga. Poi scende in picchiata: “Incentivi per le vacanze in un decreto che non si sa quando arriverà, mentre non si sa ancora chi diamine possiamo incontrare lunedì prossimo: è l’apologia del caos”. Che Matteo Renzi attacchi il premier è il primo tangibile segnale di ritorno alla normalità, che il Movimento traballi nel sostegno al suo avvocato del popolo un po’ meno. Le perplessità di gran parte del gruppo dirigente, anche di un buon pezzo di quello che siede al Governo, si incentrano sulla gestione raffazzonata e sul futuro incerto.

Il presidente del Consiglio se ne è andato alterato dell’emiciclo del Senato dal quale il leader di Italia li ha scagliato in faccia l’ultimo di una lunga serie di penultimatum: “Basta populismo o noi non ci stiamo”. Palazzo Chigi considera irresponsabile nei tempi e nei modi l’uscita, in un momento nel quale la fine del tunnel dell’emergenza è sicuramente più prossima ma resta comunque robustamente lontana. Ma il premier lo considera l’ennesimo bluff tattico. “Renzi ha chiesto di fare politica? E’ quello che stiamo facendo, quindi non c’è nessun ultimatum”, ha tagliato corto l’avvocato del popolo e di se stesso uscendo da Palazzo Madama.

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