La Calabria sfida il governo e dispone la riapertura di bar e ristoranti all’aperto

Riprendono le attività di ristoranti, pizzerie, rosticcerie per la vendite d’asporto, ma questi stessi locali – bar compresi – potranno anche somministrare sul posto e solo attraverso tavoli all’aperto, purché vengano «rispettate le misure minime `anti-contagio´ e ferma restando la normativa di settore».

La regione è nella parte bassa della classifica nazionale dei contagi per il Covid, con 1.102 persone positive, cinque in più nelle ultime 24 ore, e 86 vittime dall’inizio dell’emergenza. «Poiché in queste settimane – spiega Santelli – i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo». Coronavirus, ecco come mangeremo al ristorante

Dal 30 aprile sono anche consentiti gli spostamenti all’interno del proprio Comune o verso altri Comuni per lo svolgimento di sport individuali, ma anche gli spostamenti – una sola volta al giorno – per raggiungere le imbarcazioni di proprietà da sottoporre a manutenzione e riparazione. Riprendono le attività agricole e di conduzione di piccoli allevamenti di animali svolte in forma amatoriale, il lavoro di allestimento di stabilimenti balneari, di attività di trasformazione dei prodotti industriali. E sono consentiti gli spostamenti per l’assistenza a persone non autonome, comprese quelle per le quali occorre prestare assistenza in quanto rientranti nei motivi di salute. Il test per sapere se una mascherina funziona davvero ad evitare il contagio

Dura reazione del Pd: i contagiati potranno chiedere i danni
«L’ordinanza appena pubblicata dalla Presidente Santelli ci lascia senza parole: è del tutto fuori da ogni logica e, anticipando senza una ragione, le disposizioni nazionali che entreranno in vigore il 4 maggio, dimentica ogni senso di responsabilità istituzionale. La presidente Santelli si avventura contro un Dpcm che nasce dalla ponderata concertazione con una task force di esperti che studiano la situazione da settimane e hanno messo a punto un piano graduale, proprio per evitare disastri». Coronavirus, la curva che mostra a che punto è l’epidemia in Italia

È quanto afferma il Gruppo Pd in Consiglio regionale, così proseguendo: «Tutti i report fin qui prodotti dimostrano che le regioni che rischiano di più, sono proprio quelle, come la nostra, finora lambite in maniera attenuata dal contagio. Se, in violazione di norme sanitarie nazionali, ripartiranno i contagi in quei bar o ristoranti che aprono (tra l’altro senza linee guida nazionali), quelle persone avranno tutto il diritto di chiedere i danni alla regione. Se, oltre a essere del tutto illogico, quello della Santelli fosse anche un gioco politico per creare divisioni fra i diversi livelli istituzionali, la cosa sarebbe ancora più grave. L’unità del Paese e la sua tenuta non possono essere oggetto di simili improvvisazioni. Invitiamo, pertanto, la Presidente a ritirare immediatamente questa sciagurata ordinanza, anche al fine di evitare che si crei sul nostro stesso territorio un conflitto istituzionali tra sindaci e regione». Cosa si prova fisicamente quando si è infetti da coronavirus: dal contagio alla guarigione

La Basilicata: chi arriva da fuori Regione farà tampone
Chi entrerà in Basilicata «da fuori regione» dovrà sottoporsi al tampone: lo stabilisce un’ordinanza appena emessa dal presidente della Regione, Vito Bardi, e che contiene «ulteriori misure di contrasto e prevenzione» per arginare l’epidemia di coronavirus. L’ordinanza prevede, inoltre, che chi arriva in Basilicata, «anche se asintomatico», comunichi la sua presenza e rimanga in «isolamento fiduciario» per 14 giorni. Come ripartiranno bar e gelaterie, cosi cambierà il modo di gustare l’espresso e il cono

L’ordinanza, la numero 20, lascia invariati i contenuti delle altre misure statali e regionali già in vigore. È stabilito che chi arriva in Basilicata comunichi la sua presenza al medico di base, al pediatra o al numero verde della Regione; che stia in isolamento fiduciario per 14 giorni, «con divieto di contatti sociali, spostamenti o viaggi». E che si sottoponga al tampone: con il risultato negativo, «la permanenza domiciliare termina».

Le disposizioni non si applicano per esigenze lavorative, «per assoluta urgenza ovvero per motivi di salute» e per attività inerenti ad organi costituzionali, di funzioni pubbliche anche di natura elettiva, comprese quelle inerenti gli incarichi istituzionali”.

LA STAMPA

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