Coronavirus, Colao: «Un’apertura a ondate per testare il sistema. L’app entro maggio oppure servirà a poco»
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di Aldo Cazzullo
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Vittorio Colao, gli italiani si aspettavano dalla fase 2 più libertà. Personali ed economiche. Che cosa risponde?
«Dal
4 maggio rimettiamo al lavoro quattro milioni e mezzo di italiani, tra
costruzioni, manifattura, servizi collegati, ovviamente nel rispetto dei
protocolli. Molti sono già partiti lunedì, anche se questo nella
comunicazione si è un po’ perso. Ne rimangono due milioni e 700 mila,
più la pubblica amministrazione. È una base per poter fare una
riapertura progressiva e completa. Sarà un test importante. Dipenderà
dai buoni comportamenti. Un’apertura a ondate permette di verificare la
robustezza del sistema».
C’è anche chi dice invece che stiamo riaprendo troppo presto. In Germania i casi aumentano, la Francia rinvia l’apertura delle scuole. L’Italia ripartirà in sicurezza?
«Abbiamo raccomandato tre precondizioni che vanno monitorate. La prima: il controllo giornaliero dell’andamento dell’epidemia. La seconda: la tenuta del sistema ospedaliero, non solo le terapie intensive, anche i posti-letto Covid. La terza: la disponibilità di mascherine, gel e altri materiali di protezione. A queste condizioni si può riaprire».
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