Schauble boccia la chiusura totale a oltranza

Andrea Muratore

Parole dure e ruvide, quelle dell’ex ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che in una recente intervista ha criticato l’opzione di “sacrificare ogni cosa” sull’altare della lotta alla pandemia di coronavirus che sta devastando l’Europa. Parole che certamente arrivano, in maniera controversa, al cuore della questione, per quanto l’uscita del superfalco del rigore per eccellenza non siano di quelle ispirate a una volontà di conciliazione: parlando con il Tagesspiegel di Berlino, infatti, Schauble ha dichiarato che a suo parere “la dignità delle persone viene prima della salvaguardia della vita” dall’epidemia.

L’attuale presidente del Bundestag, il Parlamento tedesco, fa notare che a suo parere risulterebbe problematico affidare il futuro della comunità alle mere decisioni ispirate a un criterio esclusivamente scientifico, e che per il ritorno alla normalità è necessario valutare una serie di fattori di ordine sociale, economico, psicologico e politico. Per quanto possano sembrare ciniche, le parole di Schauble sono estremamente attuali laddove lo storico braccio destro di Angela Merkel ricorda che in futuro per la Germania sarà necessario convivere col virus: “Chiudere tutto per due anni sarebbe semplicemente infattibile”, potendo portare a “conseguenze terribili”, e a suo parere la Legge Fondamentale, la costituzione tedesca “è basata sulla fondamentale dignità degli esseri umani, ma non esclude che le persone possano morire”.

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