Recovery Fund, Mes, Sure e nuovo bazooka Bce: cosa c’è nell’arsenale europeo anti crisi da oltre 2000 miliardi

di FLAVIO BINI e RAFFAELE RICCIARDI

MILANO – Mille miliardi, forse, attraverso il Recovery Fund. Altri 540 grazie al pacchetto composto da Mes, Sure e Bei,, oltre ai 750 miliardi extra messi in circolo dalla Banca Centrale europea, che in totale raggiungono un volume da 1.100 miliardi. A prima vista, l’arsenale che le istituzioni europee, oltre alle migliaia di miliardi mobilitati dai singoli Paesi, sembra piuttosto corposo. Numeri e misure però che, suggestioni a parte, vanno accostati con molta prudenza  visto che si tratta di strumenti molto diversi l’uno dall’altra.

Recovery fund. L’ultimo arrivato si candida ad essere uno dei “piatti forti” della trattativa europea. In questo caso la Commissione europea, attraverso un fondo di nuova costituzione, andrebbe sul mercato a raccogliere fino a 1000 miliardi, utilizzando come garanzia il bilancio europeo 2021-2027 rafforzato da nuove contribuzioni dirette e maggiori garanzie da parte dei Paesi. I fondi raccolti potrebbero essere destinati dalla Commissione europea ai Paesi più in difficoltà, Italia in testa. Il motivo per cui i Paesi del Mediterraneo, sostenuti anche dalla Francia, caldeggiano questo strumento è che a differenza degli altri si tratterebbe di risorse che, nelle intenzioni, sarebbero in parte prestiti a lunghissima scadenza, quindi da restituire molto in là nel tempo e a tassi più ridotti dei bond nazionali, e in parte a fondo perduto, cioé che non andrebbero restituiti. Non si tratterebbere di una vera e propria mutualizzazione del debito, ma di fatto consentirebbe a Paesi come l’Italia di ricevere risorse grazie a forme di indebitamento comunitario che non coinvolge gli stock di debito accumulati nel passato e che sarebbero limitate solo alla ripresa economica. La chiave per convincere i nordici.

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