“Vi scrivo da questo letto senza cuore, cari figli e nipoti”: l’ultimo saluto di un nonno ucciso dal coronavirus „

“Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi, cari miei figli e nipoti. Ho consegnato la lettera di nascosto a suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla”. E’ la lettera scritta da un anziano ospite di una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa), morto di coronavirus, solo come tanti pazienti vittime di questa pandemia. Un addio commovente, mai pronunciato ma lasciato in una lettera consegnata ad una suora prima di morire. Il testo integrale è riportato sul giornale ‘InTerris’ ed è un addio da quella che l’uomo definisce “una prigione dorata”, prendendo in prestito le parole – scrive – di “don Oreste Benzi”.

“Mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto – dice l’anziano -. Sembra infatti che non manchi niente, ma non è così. Manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno ‘come stai nonno?'”. E continua: “Mi è mancato l’odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme”.

Scrive con sincerità l’uomo che “in 85 anni” ne ha “viste così tante e come dimenticare la miseria dell’infanzia”, ricorda. Scrive con la penna “ricevuta per grazia da una giovane donna, l’unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso, ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po’ di luce dai suoi occhi. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi”.

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