Il giorno della verità per l’Europa

Lorenzo Vita

Il 7 aprile potrebbe essere il governo della verità. L’ennesimo, a fronte di una crisi che da sanitaria si sta sempre più trasformando in economica e sociale. E l’Europa arriva all’appuntamento del suo più importante Eurogruppo degli ultimi anni con le ossa a dir poco rotte. Frantumate per colpa di chi l’Europa ha detto di difenderla e che invece si è scoperto come il male peggiore all’interno dell’Unione europea.

Non sarà solo uno scontro tra Europa mediterranea e Europa settentrionale. Tra falchi del rigore e Paesi “cicale”. La riunione dell’Eurogroppo dovrà rispondere sì alla grave crisi economica che incombe sul continente, ma dovrà in particolare dare risposta a una domanda esistenziale: che cosa vuole essere davvero l’Unione europea. E lo potrà fare soltanto attraverso una risposta sistemica a quello choc rappresentato dal coronavirus che flagella milioni di persone e sui cui “scogli” si è infranta la grande barca di Bruxelles.

Purtroppo il tempo stringe e non sarà una decisione facile. In ballo ci sono manovre economiche, meccanismi in grado di strozzare intere generazioni, ideologie e strategie che si scontrano. Ma la strategia che avrà la meglio ci dirà il destino dell’Unione, che mai come questa volta si trova di fronte a un bivio probabilmente decisivo nella percezione che vuole dare di se stessa non soltanto agli Stati ma anche ai popoli che ne fanno parte.

Per rispondere alla domanda finale, l’Europa dovrà nel frattempo rispondere a delle domande intermedie su cui si scontrerà l’Eurogruppo. In primis sull’uso del famigerato Mes, il Meccanismo europeo di stabilità considerato dai gruppi sovranisti (e non solo) come un vero e proprio pericolo imminente per il futuro degli Stati.

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