Il virus nell’aria e la sua diffusione Anche l’Oms sta rivedendo le norme sulle mascherine

La trasmissione in aerosol

Nei giorni scorsi si era molto parlato di una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine che oltre ad analizzare la permanenza del virus sulle singole superfici aveva concluso che il virus può resistere in aerosol fino a tre ore, anche se la sua quantità si dimezza dopo un’ora. Questo potrebbe avere implicazioni pratiche perché il virus potrebbe accumularsi in stanze chiuse e affollate, dove è difficile il ricambio d’aria (come possono essere ad esempio gli ascensori, motivo per cui è raccomandato salirci uno alla volta). C’è da dire che in questo studio sperimentale, gli aerosol erano stati generati utilizzando un nebulizzatore in condizioni controllate di laboratorio, che quindi non corrisponde a una situazione reale.

Il problema degli ospedali

La diffusione con aerosol è molto più probabile in circostanze e contesti specifici in cui vengono eseguite procedure o trattamenti di supporto che generano le piccole goccioline: ovvero intubazione endotracheale, broncoscopia, aspirazione aperta, somministrazione di trattamento nebulizzato, ventilazione manuale prima dell’intubazione, disconnessione del paziente dal ventilatore, ventilazione a pressione positiva non invasiva, tracheostomia e rianimazione cardiopolmonare. In ospedale dunque, dove ci sono molti pazienti sottoposti a ventilazione meccanica: non quindi con il respiro normale, ma quello prodotto dalle macchine. Senza adeguati ricambi d’aria le stanze potrebbero saturarsi di aria infetta.

Come si trasmette il virus

La permanenza nell’aria del virus non deve però distoglierci dalla principale modalità di trasmissione del virus che è quella per via aerea se si ha un contatto stretto con una persona infetta e, in misura minore, attraverso le superfici contaminate, motivo per cui è sempre raccomandato di lavarsi spesso le mani e di non portarle su viso e bocca che potrebbero essere una porta di contagio, se non lavate. Inoltre ricordano tutti gli esperti le mascherine chirurgiche rischiano di dare falsa sicurezza: «Possono fare sentire invulnerabili, in grado di andare ovunque. Certamente sono molto utili dove non si può garantire il metro di distanza e quando via via si potrà uscire la mascherina servirà a fare in modo che i tanti asintomatici non contagino gli altri» chiarisce il virologo Fabrizio Pregliasco

CORRIERE.IT

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