«Cassa integrazione, ecco perché non arriverà prima della fine di maggio»

di Enrico Marro

Enzo De Fusco, 50 anni, guida un grande studio di consulenti del lavoro e di avvocati giuslavoristi, inondato, come tutti gli altri operatori del settore, dalle richieste delle aziende costrette a ricorrere alla cassa integrazione. Che, «se non si semplificano le procedure – dice De Fusco – potrà arrivare nelle tasche dei lavoratori non prima della fine di maggio».

Scusi, ma le domande non le state presentando da oggi?
«Allora, cominciamo col dire che noi stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti con gli strumenti e le procedure di sempre. Ci vorrebbe una drastica semplificazione».

Perché?
«Prendiamo la cassa integrazione in deroga. Quella cui hanno diritto anche i datori di lavoro con un solo dipendente. Gli interlocutori della procedura sono due: la Regione o le Regioni, nel caso l’azienda sia più grande e abbia lavoratori sparsi sul territorio, e l’Inps». Le misure

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Come si svolge l’iter?
«Il datore di lavoro chiama il consulente, il commercialista o la sua associazione di riferimento. Sono questi i tre collettori delle richieste».

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