Perché la ricetta Draghi piace: gli aiuti a banche e imprese non bastano

Un problema risiede nel fatto che non tutte le imprese possono accedere a questi aiuti. Per esempio restano tagliate fuori quelle medio-grandi. È vero che l’Italia è piena di Pmi, su cui serve un occhio di riguardo, ma è anche vero che le imprese medio-grosse sono alla testa delle filiere: se vanno in crisi loro, a cascata soffrono tutti. Ecco perché l’Abi (e non solo) chiede di «estendere il perimetro del Fondo di garanzia alle imprese di media dimensione». Non solo. Al Fondo centrale di garanzia possono accedere solo le imprese con rating superiore a «B-». «Le più deboli – osserva il responsabile crediti di una banca – sono destinate a morire se non si estende il perimetro».

C’è poi un problema riguardo alle garanzie date dal Fondo per le moratorie: da un lato coprono solo il 33% del totale crediti, dall’altro sono in forma «sussidiaria». L’Abi chiede dunque che «la quota garantita venga elevata almeno al 50%». C’è poi un problema di tempi: «Il Fondo di garanzia è troppo lento», osservano da una banca. Di differenze regionali. E anche di regolamenti internazionali: i principi Ifrs9, per esempio, andrebbero aggiornati all’emergenza.

Ma soprattutto c’è un problema di risorse. «Gli stanziamenti statali sono insufficienti», osservano da una banca. «Le cifre messe in campo si basano sulle serie storiche dei default, ma questa è una situazione eccezionale: si rischia di esaurire il plafond molto in fretta», fanno eco da un’altra banca.

La proposta di Draghi

Ecco perché l’idea dell’ex presidente Bce è accolta da tutti con favore. «Draghi dice una cosa giusta – osserva un economista -. Le perdite saranno assorbite o dal settore privato o da quello pubblico: se lo facesse il primo l’economia non si solleverebbe più, per cui è necessario che lo faccia il secondo». Domanda: lo Stato può sobbarcarsi un tale peso? Draghi resta vago sul tema, ma tra gli economisti tutti leggono il suo messaggio “subliminale”: poi dovrà intervenire la Bce, comprando sempre più debiti pubblici per mantenere solvibili gli Stati. Ma questa è una decisione politica. E quella europea non brilla certo per iniziativa.

ILSOLE24ORE

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