L’autoassoluzione

La drammaticità dei numeri e, come risposta, solo un’ordinanza ministeriale, tanto per dare una stretta alle corsette al parco, prima di un week end di bel tempo annunciato. Questo, in una frase, il racconto di giornata. Dies signanda cum nigro lapillo. La drammaticità sta nel picco dei morti, mai così alto, terzo record negativo negli ultimi tre giorni, dopo che è stato superato il numero dei decessi della Cina sia quotidiano (l’altro ieri) sia complessivo (ieri). L’ordinanza tanto attesa, in questo quadro estremo, è una scarna disposizione del Ministero della Salute che consente lo sport da soli e vicino casa, vieta gli spostamenti nelle seconde abitazioni e chiude i bar presso le stazioni di servizio che non siano autogrill.

Insomma, un piccolo “aggiustamento” di ciò che già c’è, diramato quasi come un obbligo burocratico, in un momento di grande angoscia collettiva e di tensione politica ed emotiva, di governatori, sindaci, amministratori, che chiedono misure più radicali. La tragicità dei numeri e la leggerezza della risposta, caricata di un’attesa quasi messianica, l’assenza del volto del premier davanti alle telecamere con cui pur si ha una certa consuetudine: tutto dà il senso di una situazione fuori controllo. A due settimane dal varo delle misure più restrittive, qualcosa non ha funzionato, per tutta una serie di ragioni: regole, eccezioni, forse un nemico più forte di quel che si pensava.

Il punto non è fare un processo o un dibattito. Non qui, non ora. Il problema è quello che una volta si sarebbe chiamata una grande assunzione di responsabilità di fronte al paese. La realtà racconta che nessun paese al mondo ha un rapporto tra morti e contagiati all’8 per cento come l’Italia e, avanti così, la prossima settimana saremo a quota diecimila: se quasi quindici giorni di cura non hanno prodotto risultati sperati, è necessaria una riflessione per rendere più forte il paese, coinvolgendolo, spiegando anche la propria difficoltà, anche il fatto che si procede per tentativi in un quadro inedito e imprevedibile.

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