Perché non si riesce a fermare la movida



Pista apocalittica La prima ipotesi, avanzata già nel 2014 da un grande biblista, il reverendo Pumpkin, è che la movida sia uno dei tre segni dell’apocalisse imminente, già indicati nel Levitico. Il primo è l’elezione di Donald Trump, il secondo gli applausi ai funerali, il terzo è la movida. Alcuni studiosi ne aggiungono un quarto: la rielezione di Donald Trump. In molti fanno notare, con preoccupazione, che non è specificato se questi segni premonitori finiranno con l’apocalisse, oppure no. Nel pianeta desolato i pochi sopravvissuti, vestiti di pelli animali e praticamente tornati alla stadio di ominide, potrebbero dunque votare per Trump, applaudire ai funerali e fare la movida.

Pista psicanalitica Esisterebbe una pulsione inconscia fin qui sfuggita sia ai freudiani che agli junghiani: la pulsione aperitiva, che si aggiunge alle già note pulsioni sessuali e pulsioni aggressive. Come tutte le pulsioni, agisce a livello inconscio e spinge al proprio appagamento a dispetto di ogni possibile inibizione. Alcuni pazienti, in stato di ipnosi, udendo le parole “daiquiri” e “guacamole” si sono alzate dal lettino precipitandosi nel bar dell’angolo. La pulsione aperitiva, secondo lo psicanalista lacaniano Marc Depeche, in Occidente sta prendendo il sopravvento anche sull’istinto di conservazione. Alcuni pazienti di Depeche, informati del fatto che i comportamenti a rischio rischiano di trasformare l’epidemia in pandemia, hanno detto di non avere alcun timore di finire in un Lazzaretto, a patto che sia munito di un bar con tavolini all’aperto. I tavolini devono essere sistemati in modo da dare fastidio al traffico: nessuna movida che si rispetti può svolgersi senza provocare disturbo al traffico e al transito dei pedoni.

I vecchi Sono organizzati in bocciofile e tornei di scopa d’assi, briscola, ramino. Sebbene siano più soggetti allo scatarramento compulsivo, e il consumo di vino rosso sia ragguardevole, i loro assembramenti sono meno intensi rispetto a quelli della movida, e questo, contrariamente alle previsioni, li renderebbe meno a rischio rispetto ai giovani frequentatori di movide. Secondo voci non confermate, le raffiche di imprecazioni e le liti furibonde durante le liti nei tornei di scopa terrebbero a bada il coronavirus in un raggio di almeno trecento metri.

Nota dell’autore Mi sono domandato se in tempi di epidemia sia opportuno fare lo spiritoso. Mi sono risposto che sì, tutto sommato sì. Ognuno deve fare il proprio dovere. È esistita anche una satira in tempi di guerra. E poi, ormai è stabilito: il comico e il tragico camminano a braccetto. Da sempre.

L’ESPRESSO

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