Perché non si riesce a fermare la movida

Michele Serra


Come fermare la movida? Perfino il campionato di serie A, e addirittura la processione di Santa Addolorata a Cefalea (RC) possono essere bloccate dalle autorità. Ma la movida, no. Centinaia di migliaia di giovani, con il quarto drink in mano e l’espressione inebetita di chi ha il quarto drink in mano, sono in grado di opporre resistenza passiva a qualunque forma di dissuasione. Carica della polizia a cavallo, carri armati, anatema del papa in persona che leva le mani al cielo davanti ai tavolini gridando «smettetela, in nome di Dio!», bombardamento aereo con il napalm, qualunque attacco ottiene un effetto solo momentaneo: la folla di ragazzi si disperde per pochi secondi, poi torna al tavolino del pub, anche se ridotto a una ferraglia contorta, e ricomincia la conversazione da dove l’aveva interrotta. Se la frase interrotta, per esempio, era «Bella, fra’», si rimuovono i calcinacci e si riprende dalla frase successiva, che è sempre «Bella, fra’».

Lo studio Zoologhi di diverse università studiano il modello di comportamento della movida per capire a quale forma di vita animale possa essere paragonato. Il banco di sgombri, la mandria di gnù, la migrazione delle gru, il raduno annuale dei proprietari di Harley Davidson con giacca con le frange? Quale istinto primitivo spinge un numero impressionante di individui giovani a radunarsi, in aree ristrette, con la densità delle termiti, e con quale scopo? Escluso lo scopo riproduttivo, perché sono troppo brilli per trovare la cerniera lampo, rimangono in piedi due sole ipotesi.

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