Coronavirus, la Bce tiene i tassi fermi, ma vara nuove aste di liquidità e 120 miliardi di acquisti di titoli. Lagarde: i governi spendano di più

di Riccardo Sorrentino

La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde (Reuters)
La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde (Reuters)

Tassi fermi ma altri 120 miliardi di acquisti di titoli da effettuare entro fine anno, e nuove aste di liquidità a lungo termine (Ltro) e tassi praticamente negativi per le operazioni (Tltro) destinate a finanziare le piccole e medie imprese, a tassi praticamente negativi.

La Banca centrale europea – pur non ravvisando al momento tensioni sulla liquidità sul mercato monetario o nel sistema bancario dell’intera Eurolandia – lancia un ampio pacchetto di misure per affrontare la crisi economica generata dall’epidemia di coronavirus. Chiede però, allo stesso tempo, un intervento tempestivo, coordinato e ambizioso da parte dei governi: quel che tempo di più temo, ha detto la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, è il «compiacimento» e «il procedere a rallentatore» della politica fiscale.

Il pacchetto di misure è articolato, ma i mercati non hanno apprezzato. La Bce ha fatto e detto troppo poco. Lagarde si è esplicitamente rifiutata di ripetere il «whatever it takes» di Mario Draghi per ragioni prettamente di immagine: ha ricordato che in un’intervista a inizio mandato aveva detto che non era nei suoi piani. Ha rinunciato così a plasmare le aspettative degli investitori, e l’invito ai governi a intervenire ha preso il sapore di un rifiuto a fare di più. Un taglio dei tassi, che la stessa Lagarde ritiene possibile – la Bce, ha detto, non ha raggiunto il livello a cui gli effetti economici si invertono – sarebbe stato gradito (se non altro perché avrebbe comportato la revisione di tutti i valori attuali dei redditi previsti).

Anche quanto è stato deciso ha creato perplessità. Gli acquisti di titoli avverranno con gli stessi criteri di sempre, sia pure applicati con flessibilità, mentre le aste di liquidità – che gli investitori e le stesse banche non sempre hanno apprezzato come strumento di politica monetaria – lascia la Bce passiva, totalmente dipendente dalla domanda delle banche che in questa fase sono coinvolte dal calo dell’attività come tutte le altre imprese e potrebbero non approfittarne. Anche se i tassi di fatto negativi potrebbero costituire un incentivo.

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