“Infettati, uno su due ha meno di 65 anni”

Alberto Giannoni

Altri due morti a Milano città, numeri che fanno paura in Lombardia, ansia per la tenuta degli ospedali. La seconda settimana dell’ incubo Coronavirus si chiude in modo agghiacciante, così come si è aperto il 21 febbraio con la scoperta del primo «focolaio» nel Lodigiano.

E intanto si scoprono positivi anche due prefetti, quelli Brescia e di Bergamo, dove è risultato positivo anche il questore (e tutti assicurano di star bene e di essere operativi continuando a lavorare).

Sono cupe le notizie fornite ieri sera dalla Regione: i contagi continuano a salire inesorabilmente, siamo a quota 2.612 (negli ultimi giorni, a ritroso, sono stati 2.251, 1.820, 1.254 e 1.077). Il 36% dei contagiati ha oltre 75 anni, il 20% ha tra i 65 e i 74 anni, il 25% tra i 50 e i 64, il 17% tra i 25 e i 49 anni mentre l’1 per cento tra 18 e i 24 anni e l’1 per cento meno di 18 anni. Quanto ai territori, la Bergamasca è in una molto critica, la Regione ha criticato il ritardo con cui Roma sta affrontando il tema di una nuova zona rossa ma ora anche l’Istituto superiore di sanità sarebbe orientata a chiedere misure drastiche ora.

In Lombardia, i deceduti sono 135. A Milano città sono tre, tutti maschi. Ieri si sono purtroppo aggiunti un 76enne con patologie oncologiche e respiratorie e un 89enne con patologie cardiovascolari. In provincia i decessi salgono da 5 a 6. La Regione fa sapere che i deceduti sono «tutte persone anziane con un quadro clinico già compromesso». L’87% aveva più di 75 anni, l’11% fra 65 e 74 e il 2% fra 50 e 64 anni.

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