E il Pd stavolta sente aria di elezioni «Meglio ridare la parola agli elettori»

Paolo Bracalini

L’aria di crisi soffia fin dentro il quartier generale del Pd, che ha finora blindato i serramenti per non farla entrare. Ma le tensioni quotidiane tra renziani e M5s, con in mezzo il premier Conte, hanno raggiunto livelli che non si possono più schivare facendo finta che sia tutto normale.

Tanto che torna, esplicitamente, nelle parole dei vertici Pd l’idea di chiudere l’esperimento di governo con i grillini e tornare al voto. Lo dice Nicola Zingaretti, dopo aver messo le mani avanti – «non ho elementi per dire che ci sia una crisi di governo» -, ma nel caso lo fosse «è evidente che la fine del governo coincide con la fine della legislatura». Insomma se cade Conte si vota, almeno questa è la linea attuale del segretario Pd. É vero però che non si tratta certo della prima volta che la maggioranza giallorossa si impalla, nè della prima minaccia di far saltare tutto, una pratica anzi quotidiana, con Italia Viva nel ruolo di disturbatore del governo per guadagnare visibilità e spazi nell’area moderata (e sondare il terreno per una maggioranza alternativa con il centrodestra). A leggere le dichiarazioni degli esponenti Pd (per giunta di varie correnti) e dei renziani si direbbe che la maggioranza abbia i minuti contati.

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