Il paradosso giuridico: ora gli atti al pm che voleva archiviare

Luca Fazzo

E adesso c’è solo da fare il processo: il primo processo a un politico che il suo (presunto) reato non lo ha fatto di nascosto ma l’ha promesso, annunciato, esibito e rivendicato.

Questa mattina la presidenza del Senato trasmetterà alla Procura della Repubblica di Catania il provvedimento con cui ieri sera l’aula di Palazzo Madama ha concesso l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, chiesta dalla stessa Procura lo scorso 16 dicembre per il reato di sequestro di persona aggravato. È uno snodo cruciale della vicenda giudiziaria, l’atto formale che nel giro di pochi giorni trasformerà Salvini da indagato a imputato e lo avvierà verso il processo. La macchina, insomma, è partita.

Cosa accadrà adesso, in concreto, è presto detto. Il provvedimento approderà sul tavolo del procuratore della Repubblica, Carmelo Zuccaro: è il magistrato che in settembre aveva chiesto di prosciogliere Salvini «per infondatezza della notizia di reato», ma che era andato a sbattere contro il diniego del Tribunale dei ministri del capoluogo etneo. Di fatto, Zuccaro ha chiesto al Senato di poter processare Salvini per una accusa in cui neanche lui crede. Ma è la legge che lo ha costretto a farlo. E la stessa legge lo obbliga ora a chiedere il rinvio a giudizio per il leader leghista. Zuccaro dovrebbe firmare il provvedimento nel giro di qualche giorno.

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