Veneto, la Lega cambia lo statuto: dieci consiglieri in più per Zaia. E per i cittadini sette milioni di costi in più

di ENRICO FERRO

Prima l’abolizione del limite dei due mandati consecutivi, ora un provvedimento che aggiunge altre dieci poltrone in consiglio regionale: da 51 a 61, come ai tempi di Giancarlo Galan e della sua gestione opulenta. A tre mesi e mezzo dalle elezioni il governatore del Veneto Luca Zaia mette in cassaforte una modifica che mira inevitabilmente a rafforzare la sua leadership. L’assemblea di Palazzo Ferro-Fini, votando a maggioranza, ha modificato lo Statuto della Regione stabilendo che qualora gli eletti diventino assessori (la giunta ne conta 10) si dimettano dal consiglio, cedendo la poltrona ai primi tra i non eletti.

Questa nuova regola consentirà di ripescare nel bacino degli esclusi, rinvigorendo così la schiera dei fedelissimi del governatore leghista. “Dieci nuovi stipendi da 8.500 euro al mese, per un costo aggiuntivo totale di 7 milioni di euro”, tuona il grillino Jacopo Berti. Sul piede di guerra anche gli esponenti del Pd Piero Ruzzante, Cristina Guarda e Patrizia Bartelle, che starebbero addirittura pensando a un referendum abrogativo della norma: “La Lega cambia le regole riportando a 61 le poltrone. Si torna al 1995 con la novità, peggiorativa, che dieci di questi 61 non saranno eletti dal popolo ma nominati da una persona sola con un costo aggiuntivo di 7 milioni”.

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