«Renzi boy scout di Licio Gelli». E ora Piero Pelù paga 20 mila euro all’ex premier e chiede scusa

Ma proprio poco tempo prima di salire sul palco dell’Ariston, il rocker ha firmato a Firenze un accordo (legato a vincolo di riservatezza) con il quale risarcisce Renzi con 20 mila euro, a fronte di una richiesta assai più alta. I due sono distanti anni luce: in comune hanno solo l’essersi diplomati nei due licei classici più quotati di Firenze: il Dante e il Michelangiolo. Poi Renzi si è laureato in giurisprudenza per imboccare la via della politica, mentre Pelù si è dato al rock (Qui l’articolo con gli investimenti dei guadagni su due fronti: le auto d’epoca e gli investimenti immobiliari turistici nel centro storico di Firenze) .

La rottura, insanabile, arriva quando Renzi viene eletto sindaco di Firenze e non conferma Pelù alla guida dell’Estate fiorentina. Da lì in poi è un crescendo, fino alle foto pubblicate dal rocker sui social mentre mostra un rotolo di carta igienica con la faccia di Renzi. Infine, per il referendum costituzionale del 2016, Pelù denunciò via social network che la matita copiativa da lui usata per votare era cancellabile, venendo poi smentito dal Viminale.

Riguardo l’attacco sferrato contro l’allora premier Renzi dal palco del concerto del Primo Maggio, il rocker commentò così: «Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro».

CORRIERE.IT

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