La Brexit fa ricche le Ong: caccia a 200 milioni di euro

Antonella Aldrighetti

Mentre riecheggiano ancora i conteggi sul passivo di 13 miliardi netti, creato nelle casse dell’Ue dopo la Brexit, e si chiede ai Paesi dell’Eurozona di incrementare il fondo annuale di qualche punto percentuale c’è anche chi gongola davanti a una fetta di finanziamenti più consistente.

Sono le Ong che, a conti fatti ci guadagneranno un bel po’. Dopo l’accordo di recesso, ossia dal 2021, la Gran Bretagna non avrà più accesso a 200 milioni di euro e quel flusso di finanziamenti verrà spartito tra tutte le organizzazioni dei Paesi membri. Il calcolo sommario, stimato prevedrebbe la ripartizione di 7 milioni a organizzazione. È chiaro che per l’anno in corso però il Regno Unito continuerà a partecipare ai programmi finanziati nell’ambito dell’attuale quadro pluriennale 2014-2020 fino alla loro chiusura.

Ciò significa che la stragrande maggioranza dei progetti continuerà a ricevere finanziamenti dall’Ue per tutta la durata del programma, ossia fino al termine del periodo di transizione nel 2021. Altrettanto le organizzazioni del Regno Unito potranno per quest’anno ancora presentare proposte progettuali per finanziamenti che rientrino all’interno del Mff (Multi Financial Framework, così si chiama il Quadro multi finanziario).

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