Brexit e il dilemma del mare blu

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di   Beppe Severgnini

Illustrazione di Doriano Solinas
Illustrazione di Doriano Solinas

La traduzione di «between the devil and the deep blue sea» è «tra il diavolo e il mare blu profondo». Forse si tratta di una forma idiomatica d’origine marinara, come tante nella lingua inglese (davanti al naufragio uno doveva scegliere, restare sulla nave o buttarsi in mare). C’è chi fa risalire l’espressione alla mitologia greca: Odisseo doveva scegliere tra Scilla (un mostro marino) e Cariddi (un gorgo terribile). Un dilemma. La frase non è un cascame letterario, è usata correntemente. Così si chiama un brano popolare americano cantato da Cab Calloway nel 1931, e ripreso da molti altri. «The devil and the deep blue sea» è anche il titolo di un testo teatrale di Terence Rattigan (1952).

  Questo ho appena visto, al teatro Manzoni di Milano (resterà fino al 16 febbraio). Protagonista è Luisa Ranieri, diretta da Luca Zingaretti, suo marito. Terence Rattigan (1911-1977), scuole a Harrow e a Oxford, mitragliatore della Raf in guerra, veniva da una famiglia di diplomatici: uomo turbato, complicato e sensibile. Sta all’upper class come John Osborne («Look back in anger», 1956) sta alla middle class. Quando gli inglesi sturano i sentimenti, non si sa mai cosa viene fuori.

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