A destra e a sinistra. Effetto voto, aumenta la litigiosità

di BRUNO VESPA

E adesso, qual è il nostro valore reale? Le elezioni di domenica sono servite a ciascun partito per controllare le proprie misure. L’ala più saggia del Pd ha capito che l’Emilia non è l’Italia. Il M5S non ha sottovalutato il peso dello schiaffo ricevuto. Salvini ha preso atto di essere molto forte, ma non onnipotente, la Meloni di essere in crescita costante, Forza Italia di essere debolissima al Nord, ma determinante al Sud. Ieri il ‘Financial Times’ ha pubblicato la lettera di una signora italiana residente a New York. Voi avete enfatizzato giustamente la vittoria di Bonaccini, ha scritto. Ma – ha continuato – avete pressoché ignorato non solo la prima vittoria di una donna in Calabria con uno scarto clamoroso, ma anche la cospicua presenza della Lega nel Consiglio regionale calabrese, senza calcolare che la perdente Borgonzoni ha toccato il 42 % in Emilia-Romagna, risultato storicamente inedito.

Il voto in Calabria pone il centrodestra in una situazione delicata. La Lega vuole una candidatura vincente al Sud per consacrare sul territorio la sua dimensione di partito nazionale. Ma i patti prevedono finora che per la Campania corra Forza Italia (Caldoro) e per la Puglia Fratelli d’Italia (Fitto). Se negli ultimi due anni il centrodestra ha tolto al centrosinistra otto regioni su nove, lo deve alla sua unità. Se cominciano le ripicche e le spaccature, salta tutto. La stessa cosa vale a sinistra. Vincenzo De Luca (Campania), sta indigesto sia a una parte del Pd che ai 5 Stelle, ma non farà mai un passo indietro, e allora….

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