Elezioni Emilia-Romagna 2020, ha rivinto un sistema consolidato

di PIER FRANCESCO DE ROBERTIS

L’Emilia Romagna rossa si è guardata nello specchio e ha scoperto di essere meno colorata di verde di quanto alcuni pensavano e altri, evidentemente la maggioranza, temevano. Stamani saranno in molti a tirare un sospiro di sollievo per quello che ritenevano un pericolo, a questo punto scampato. 

Adesso saranno in tanti a salire sul carro dei vincitori, che è sempre affollato. Il primo a poter esultare è ovviamente Stefano Bonaccini, che ha vinto in rimonta perché i risultati delle europee del maggio scorso davano dietro il centrosinistra, e gli stessi sondaggi fatti fino a due giorni fa lo vedevano arrancare.

E soprattutto ha vinto da solo, senza alcun appoggio al suo partito. Che, anzi, lui ha sempre sfuggito. Ma il vero vincitore delle regionali di ieri è probabilmente quel sistema Emilia che anche quando il legame tra partiti progressisti e territorio si è sfilacciato – e basta vedere le sconfitte subite a livello locale negli ultimi due anni – ecco, in un momento del genere quel sistema ha tenuto. Il partito è ammaccato, ma il sistema è rimasto. II sistema è la politica locale, ma anche l’economia, il sociale, i corpi intermedi, l’associazionismo, il mondo delle cooperative. L’alta affluenza ha evidenziato una sorta di mobilitazione per salvaguardare questo mondo. Certo, è un un sistema che si irradia dalla politica, ma è un modello sociale che ha a che fare soprattutto con l’amministrazione.

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