Governo, a prescindere

Governo. A prescindere, qualunque cosa accada in Emilia Romagna. Governo come terreno, luogo, abbazia dove celebrare il matrimonio – d’amore, di interesse, di necessità – tra Pd e Cinque stelle, perché, sia pur con tutti i limiti, ha innescato un processo politico nuovo. “Loro” stanno esplodendo – o evolvendo – e il big bang porterà a un nuovo bipolarismo. È questo il credo, molto politicista, che viene celebrato nel seminario del Pd nell’abbazia francescana di San Pastore a Contigliano. Francescana o franceschiniana, nel senso che l’orazione di Don Dario – antica e raffinata sapienza democristana – è la più compiuta e organica formulazione della nuova ortodossia. Che trova un primo “sì, lo voglio” (il matrimonio) nelle parole del premier, che, effettivamente, segnano una novità, non irrilevante.

È davvero una “fase due”, quantomeno nelle intenzioni. L’idea cioè di un patto di legislatura che possa resistere e metabolizzare l’eventuale urto delle elezioni in Emilia. Fase due fondata, e questo è un fatto politico di prima grandezza, dalla rimozione del tema della “discontinuità”. Eccole le parole di un radicale cambio di paradigma: “Finiamola con l’idiozia della mancata discontinuità – dice Franceschini – che ci rimproverano gli altri. C’è su tutto, è quasi offensivo crederla”. Insomma: non c’è più chi blocca le navi, il clima e il linguaggio sono cambiati, il Pd ha salvato il paese dalla bancarotta, in Europa siamo più stimati e più ascoltati, se c’è qualche problema è solo “un problema di comunicazione”.

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