“Torniamo al Mattarellum”. La proposta di Giorgetti: “Attenti, nelle sabbie mobili ci finiamo tutti”

“Avanzo una modesta proposta a tutte le forze politiche: torniamo al Mattarellum”. Giancarlo Giorgetti è il numero due della Lega, ma è anche l’uomo della strategia e delle relazioni politiche ed è convinto che, se c’è la volontà, basterebbero 24 ore per decidere e cambiare rotta sulla riforma della legge elettorale. L’ex sottosegretario alla Presidenza lancia sulle colonne del Foglio la sua proposta, per fare ritorno a una legge elettorale che “porta il nome di garanzia del nostro presidente della Repubblica” e che “ha funzionato ed è stata sinonimo di alternanza”. 

Il Mattarellum è un sistema maggioritario a turno unico per la ripartizione dei 75% dei seggi parlamentari. Prevede un recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato attraverso un meccanismo di scorporo per il restante 25% di seggi al Senato e un sistema proporzionale con liste bloccate per il restante 25% dei seggi alla Camera, dove viene fissato uno sbarramento fissato al 4%.

Giorgetti torna a tendere la mano alle altre forze politiche sulle regole del gioco. Lo aveva già fatto nel corso del convegno “Metamorfosi” organizzato da Huffpost proponendo un tavolo costituente. 

“Se dobbiamo fare una riforma della legge elettorale, sarebbe bene farla avendo in mente l’interesse generale del Paese e non quello particolare e contingente delle forze politiche. L’interesse del Paese è quello di avere un sistema che consenta di avere, il giorno dopo le elezioni, un Governo stabile, duraturo, che sia nelle condizioni di esercitare la sua funzione e che rispecchi rispettosamente l’indicazione democratica che arriva dal popolo elettore. Dunque, mi sembra evidente che si debba andare verso un sistema che contempli quantomeno degli elementi di maggioritario, che è il sistema che i cittadini apprezzano nelle amministrazioni locali, che consente un rapporto più diretto tra elettori ed eletti e di conseguenza è anche più sano, perché responsabilizza i parlamentari e toglie alle segreterie e ai leader le briglie di quel meccanismo pernicioso che è stato la cooptazione di deputati e senatori. Gente che risponde ai capi dei partiti e non a chi li ha votati in un’urna elettorale”.

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