Ma alla sinistra manca un’anima o una politica?

In un post dell’11 agosto, quando ancora l’onda governista non aveva travolto il Pd, Gianni Cuperlo scrive queste parole che, rilette oggi nel suo ultimo libro appena pubblicato, gli consentono a pieno titolo di fregiarsi del titolo di Cassandra: “Temo che se la risposta al fallimento del governo uscente sia una maggioranza che prolunga la legislatura e si carica della manovra, l’esito possa essere lasciare a Salvini il lavoro facile di cavalcare una reazione contro il furto di democrazia”. E prosegue, leggete bene: “A quel punto, finito il beach party, quello si attrezza a dodici comizi al giorno, riempie piazza San Giovanni e comunque sia tra sei mesi o un anno avremmo creato noi le premesse di uno sfondamento a destra”. Ecco, è accaduto. E, se davvero ce ne fosse bisogno, si potrebbero nominare anche la catastrofe umbra, i sondaggi che attestano una destra sempre più maggioritaria, e la crescita, non banale di Giorgia Meloni, che conferma quanto cruciale sia il tema dell’identità forte e della coerenza nell’era delle passioni radicali.

In un altro post di questo brillante diario di viaggio, a proposito del famoso G7 di Biarritz, la nostra Cassandra annota il 25 agosto: “Le parole di Conte mi sono parse disarmanti. Cosa significa “non rinnego l’azione del nostro governo anche se considero quella stagione chiusa”? Non rinnego? Lecito, legittimo, per l’amor del cielo. Ma quel governo ha lasciato corpi sofferenti ostaggio del mare per settimane, ha violato i diritti e calpestato i principi costituzionali, ha contribuito a portare il paese alla crescita zero”.

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