La grande illusione di Conte

Gira una certa aria di felicità a sinistra, in questo fine anno. Complici le sardine e Giuseppe Conte.

Delle buone ragioni e delle speranze che le prime hanno generato non c’è molto da aggiungere alle tante lodi. Misterioso rimane invece, almeno ai miei occhi, il fatto che Giuseppe Conte sia diventato un fattore ispirazionale per le forze democratiche. In punta di forchetta istituzionale il ruolo che ricopre è del tutto legittimo: i premier nel nostro sistema vengono nominati, non eletti direttamente. Ma in termini di sostanza politica, dopo quasi un decennio di polemica feroce (da parte delle opposizioni, ma poi ampiamente condivisa dalla sinistra) sulla lunga serie di premier scelti dal Colle o rimpastati con accordi interni ai partiti, senza ritorno alle urne, come si sia poi arrivati a un Conte che non ha mai partecipato a nessuna elezione, e non ha mai nemmeno visto da lontano una qualche forma di  vita politica, rimane per me incomprensibile.  

La risposta, ieri come oggi, è che anche questa scelta è figlia di un’emergenza: in questo caso, fermare il populismo. Ma se il Governo Monti fu davvero necessario quantomeno a salvare I conti (e il contrario è solo un’opinione mai provata) il Governo Conte è davvero funzionale a fermare la destra? Al momento non ci sono segnali in questo senso: tutti i poll di fine anno provano un continuo dominio numerico (salvo minime flessioni) della destra sulla sinistra.

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