Mes, strappo nei 5 Stelle: Di Maio accusa la Lega. Il dispaccio dall’Albania: «Fermate i sediziosi»
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ROMA — Il capogruppo Gianluca Perilli sembra indemoniato. Va avanti e indietro e parla con chiunque. Gesticola, si accalora, si appoggia sconfortato allo scranno. Fuori si fa la conta: se ne vanno in due, anzi tre, forse in cinque. Il più nominato è Ugo Grassi. Gianluca Castaldi si alza e gli si siede quasi in braccio, tartassandolo di domande. Più in là c’è Stefano Lucidi: si avvicina al premier Conte e gli stringe la mano. Quasi un commiato. Poi esce dall’Aula, inseguito dagli affannati Andrea Cioffi e Perilli. Ma non si può stare dietro a tutti. A rischio defezione ci sono anche Francesco Urraro e Luigi Di Marzio. Il gruppo dei 5 Stelle — alla prova del voto sul fondo Salva Stati, terminato con il sì alla risoluzione — sembra sul punto di implodere. È il caos.
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