Il vuoto di potere sull’orlo dell’abisso

Lorenzo Vita

Al peggio non c’è mai fine. E quando non è “colpa” dell’Europa, ci pensa direttamente il fato. O forse non solo quello. Perché mentre la nuova Commissione europea a guida von der Leyen rimane un fantasma che si aggira per l’Europa e continua a governare quella del quasi-precedessore Jean-Claude Juncker, adesso spunta un nuovo caso: non sarà lui a guidarla, ma il suo vice, Frans Timmermans, il socialista bocciato proprio per far posto alla von der Leyen.

La questione ovviamente ha natura tecnica. In regime di proroga, rimane in carica la commissione uscente: ma se non c’è il presidente, la reggenza passa al vice, in questo caso il socialista olandese. Il problema è che dal punto di vista politico, quello che è un nodo di natura formale diventa decisamente sostanziale. Perché non solo l’Europa è sull’orlo dell’abisso a causa di una crisi economica e politica che sta minando la sua stabilità, ma adesso sarà anche guidata da una personalità di un partito di minoranza, che ha perso ovunque su base nazionale ad eccezione di pochissimi Stati e che soprattutto è stato rifiutato proprio per spingere l’ex ministra tedesca a costituire la sua Commissione. Una vera e propria nemesi per tutti i sostenitori del progetto Ursula e ma anche per l’Europa, che adesso non è solo senza meta ma anche senza timoniere. Una barca alla deriva che però trascina tra i flutti degli abissi milioni di abitanti e interi governi in cerca di appigli proprio in quella Bruxelles che sarà governata da una persona “rifiutata” e già debole.

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