Balotelli e un mondo malato. Quanta rabbia sfoghiamo con il calcio

È per via di questo clima che in uno stadio si mette a gridare negro di emme anche chi in un altro contesto non lo farebbe mai; così come si mette a gridare zingaro di emme a uno slavo, terrone di emme a uno che gioca nel Napoli, e pezzo di emme a chiunque giochi o tifi per gli avversari. Il clima non è infame solo nelle curve degli ultrà, lo è anche nelle tribune dai posti perbene, lo è perfino sotto la tuta sociale di alcuni dipendenti delle società che dovrebbero garantire l’ordine e invece fomentano il disordine, lo è in tante (non in tutte: ma in tante sì) trasmissioni tv. Lo dico? Lo dico: una volta non era così. Non è per essere nostalgici, ma mai come in questi anni si era vista tanta violenza già nei campi dove sgambettano i bambini, con genitori che insultano l’arbitro (che magari ha la stessa età dei loro figli) o il mister che non sa valorizzare il cocco. Papà e mamme che si azzuffano per partite di allievi, giovanissimi, pulcini. Mah.
Di tanta aggressività e di tanto odio il mondo del calcio non è ovviamente l’origine, ma solo un accogliente ricettacolo. Ecco: chiederci perché siamo tanto frustrati e arrabbiati, questo dovremmo fare, invece di illuderci di risolvere tutto con qualche Daspo.

QN.NET

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