Cascina esplosa nell’Alessandrino. Nino, Marco e Matteo: il sacrificio degli eroi

di VIVIANA PONCHIA

Marco, Nino e Matteo

Quargnento, (Alessandria) 6 novembre 2019 – Nino, Marco e Matteo. Quando da bambini dovevano rispondere alla fatidica domanda (cosa vuoi fare da grande?) rispondevano: i pompieri. Gli eroi no. E nemmeno le vittime del dovere. Erano ragazzi pieni di sogni, passioni e qualche tatuaggio. “Quando si muore così, senza aver salvato delle vite umane, fa ancora più male – riflette il capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Fabio Dattilo –. Il nostro è un lavoro a rischio, lo sappiamo. Però se rischi la vita per salvare quella di qualcun altro, un incidente lo digerisci meglio. Se muori per niente allora è insopportabile”. Ma è solo la prospettiva di chi resta.

Antonio (Nino) Candido, 32 anni, credeva che qualcosa da salvare ci fosse e per questo aveva seguito le orme di suo padre. Originario di Reggio Calabria, sposato da un anno e da poco arrivato ad Alessandria, il più giovane dei tre amava i tatuaggi, il basket, i viaggi e i suoi due pittbull. “Mi ha salvato la vita” diceva della moglie su Instagram.

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