Sui «porti aperti» la prova di una coalizione sfilacciata

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di   Massimo Franco

Lo sfilacciamento della coalizione è difficile da ignorare. Si manifesta quasi quotidianamente, evocando le convulsioni di precedenti governi, compreso quello di Giuseppe Conte con M5S e Lega. Dall’Europa all’Umbria, i segnali che arrivano mostrano la difficoltà a coordinare una politica comune: a vantaggio delle opposizioni di destra, pure divise. Il voto di ieri del Parlamento europeo che ha bocciato l’apertura dei porti alle navi delle Ong ha lasciato il segno. In più, Forza Italia chiede al Quirinale se il decreto fiscale presenti aspetti di incostituzionalità nel modo in cui prevede manette per gli evasori.

A decidere la vittoria a Bruxelles di un fronte tra Popolari e sovranisti è stata l’astensione dei deputati grillini. Al di là del merito controverso per l’effetto di un eventuale «sì» sugli approdi in Italia, a colpire è stata l’assenza di una strategia comune tra sinistre e M5S. Il risultato è una polemica velenosa; e il depotenziamento dell’accordo di Malta del settembre scorso in materia di redistribuzione e rimpatri dei migranti. La Lega esulta e ironizza sulle istituzioni di Bruxelles dalle quali «ogni tanto» arriverebbero «notizie positive».

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