Quel frammento del Muro e la libertà ritrovata

Un’emozione che però non attenua il senso di vergogna che molti di noi dovrebbero provare per essere stati, nei decenni prima del glorioso ’89, dalla «parte sbagliata», dalla parte degli aguzzini che costruirono quel muro e non da quella di John Fitzgerald Kennedy che, a pochi metri dal Muro, gridava «Ich bin ein Berliner» davanti a una folla di berlinesi dell’Ovest libero. Non è vero? Eravamo forse da quella parte sbagliata «a nostra insaputa», senza mai scendere in piazza per la libertà dell’Est Europa soffocata da muri e carri armati? O invece abbiamo fatto finta di non vedere, per non vivere crisi di coscienze? Circola addirittura in Occidente una certa nostalgia per l’ordine mondiale garantito dalla guerra fredda. Fate pure, ma a un patto: che stavolta dalla parte buia del muro ci andiate voi, e con i Vopos ci abbiate a che fare voi. Un po’ per uno, a turno. Con un consiglio letterario: «Cani neri» di Ian McEwan, per imparare qualcosa di quel magnifico crollo del Muro della vergogna.

CORRIERE.IT

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