Bambini senza libri, poco sport e scuole pericolanti: quando la povertà comincia dall’educazione

di VALERIA STRAMBI

Edifici poco sicuri, investimenti in istruzione che vanno a singhiozzo e abbandono scolastico alle stelle. Se in Italia quasi la metà degli studenti under 18 non legge neppure un libro che non sia stato “imposto” dalla professoressa, sono in costante crescita i numeri di chi è sempre connesso alla rete, in classe e fuori: solo il 5,3% dei minori non usa Internet quotidianamente. Molti giovani (almeno uno su sette) si perdono lungo il percorso e finiscono per lasciare gli studi, mentre chi continua ad andare a scuola è spesso costretto a farlo in strutture inadeguate (settemila sono da considerarsi “vetuste” e più di 21mila non hanno il certificato di agibilità).  È la fotografia che emerge da ll tempo dei bambini, il decimo “Atlante dell’infanzia a rischio” di Save the Children, l’organizzazione internazionale che da cento anni lotta per salvare i più piccoli e garantire loro un futuro: qui l’edizione 2018. Il report, a cura di Giulio Cederna, è suddiviso in più sezioni e traccia un bilancio della condizione dI bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni. 

Tra i bambini italiani 1,2 milioni di poveri
La cifra dei minori che vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni. Difficili sono anche le condizioni abitative: in un Paese in cui circa due milioni di appartamenti rimangono sfitti, negli anni della crisi (2011-2014) il 14% dei minori ha patito condizioni di grave disagio.  

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