Ecco perché la manovra non piace a nessuno Allarme debito del Fmi

Antonio Signorini

Difficile trovare una voce a favore della manovra, a pochi giorni dal varo da parte del consiglio dei ministri del Documento programmatico di bilancio.

Ci sono le baruffe nella maggioranza tra Renzi e Conte, i mal di pancia del M5s. Ma anche fuori dai palazzi della politica sulla manovra non tira una buona aria.

Ieri le critiche sono arrivate dai giovani industriali per i quali è poco coraggiosa. Poi Banca d’Italia, che ha dato corpo alle perplessità con una valutazione tecnica secondo la quale l’impatto della manovra sull’economia sarà praticamente nullo. Oltre confine, il Fondo monetario internazionale ha bersagliato il principale problema del Paese, l’alto debito pubblico. Un problema antico che la legge di Bilancio 2020 di sicuro non intaccherà.

Il problema della manovra è sintetizzato dalle tabelle del Dpb. Il governo ha annunciato misure redistributive, cioè l’utilizzo della leva fiscale per togliere a chi ha di più per fare crescere i redditi più bassi. Ed effettivamente ci sono revisioni delle tax expenditures che si concentrano sui redditi più alti. Le detrazioni Irpef al 19%, fatta eccezione per quelle sugli interessi del mutuo, dovrebbero calare fino ad azzerarsi a partire da una soglia di reddito che è ancora da definire. Si pensa di partire da 120mila euro all’anno fino a 240 mila.

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