Russiagate, spunta il “pizzino” digitale che conferma la mazzetta per la Lega

Un pizzino sotto forma di screenshot potrebbe diventare la prova regina nel Russiagate che vede coinvolti Gianluca Savoini, la Lega e altri emissari italiani e russi. La procura di Milano sarebbe riuscita a decifrare i telefonini degli indagati e nelle loro chat sembra essere spuntato il “foglio” nel quale si mette nero su bianco che nella trattativa petrolifera condotta (ma non portata a termine) all’hotel Metropol ci sarebbe stata una “fetta” da 65 milioni di dollari destinata alla Lega.

L’indagine per corruzione internazionale vede coinvolti tre emissari russi, vicini a Putin, e tre italiani. Questi ultimi sono Gianluca Savoini, l’uomo di Matteo Salvini per gli affari a Mosca, l’avvocato Gianluca Meranda e il consulente finanziario Francesco Vannucci. Nella riunione all’hotel Metropol di Mosca, i tre mettono le basi per una compravendita di gasolio tra Eni (che per il momento è estranea alla vicenda) e Gazprom. Un affare da 1,5 miliardi di dollari che non è andato poi a conclusione.

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