Il no del Senato mette in forse le certezze di Salvini
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di Massimo Franco
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Ci sono due novità emerse martedì. E entrambe non metteranno il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini di buonumore. La prima è il voto con il quale ieri l’aula del Senato ha confermato per il 20 agosto le comunicazioni sulla crisi del premier Giuseppe Conte: una decisione che ha materializzato a livello parlamentare la convergenza tra M5S e Pd. La seconda è il mancato incontro tra il leader della Lega e Silvio Berlusconi. E questo, politicamente, per Salvini potrebbe essere un campanello d’allarme altrettanto rumoroso.
Se il colloquio tra i due non avverrà presto, vorrebbe dire che il patto preventivo con Forza Italia e Fratelli d’Italia è meno facile del previsto. E dunque diventerebbe più difficile portare il Paese alle elezioni entro ottobre. Senza un’intesa di tutto l’ex centrodestra, i numeri in Parlamento non basterebbero a arrivare alle urne. Non a caso, per ora Salvini non ritira la delegazione ministeriale leghista. Ieri è stato comunicato da FI che l’accordo per far cadere il governo è a «buon punto».
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