La crisi, i partiti, i leader Gli interessi particolari

di   Aldo Cazzullo

Dimentichiamo per un attimo le nostre vite, più o meno lunghe e felici, e guardiamo le cose con gli occhi di un nostro giovane connazionale. Un ragazzo che ha appena compiuto diciotto anni ed è già chiamato a scelte importanti. Deve decidere ad esempio se seguire molti suoi amici più grandi, che studiano e lavorano all’estero, o restare in Italia, per costruirsi un futuro qui. E, in attesa delle tecnicalità della politica, deve decidere a chi dare il suo primo voto. Che idea può farsi della situazione? Salvini vuole andare a votare per «capitalizzare il consenso» come ha detto lui stesso al premier Conte (che l’ha subito riferito in giro). I 5 Stelle non vogliono andare a votare per i motivi opposti — nei sondaggi pesano la metà rispetto alle ultime elezioni politiche — e aprono a un governo sostenuto anche dagli arcinemici del Pd. Il primo nel Pd a rilanciare il segnale è il più arcinemico di tutti, Renzi, che (così dicono) non vuol perdere il controllo dei gruppi parlamentari. Ma il più ostile all’accordo è il segretario Zingaretti, che da presidente del Lazio ha dialogato con i grillini ma ora è ansioso di perdere contro Salvini, pur di prendere (così dicono) il controllo dei gruppi parlamentari. Dal canto suo, Berlusconi è favorevole al voto, se Salvini firma l’alleanza dal notaio e possibilmente col sangue; altrimenti è contrario. Quanto ai parlamentari comuni, sono impegnati in una resistenza talmente eroica da essere pronti a votare il taglio dei seggi, consapevoli che tanto al prossimo giro non saranno loro a occuparli, pur di guadagnare tempo, all’insegna del motto: «Quando mi ricapita?».

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