I numeri del “partito del non voto”: tutte le alchimie per evitare le urne

Pasquale Napolitano

Il partito del non voto studia le possibili maggioranze in Parlamento per allontanare l’incubo di elezioni anticipate in autunno.

Al partito del non voto, ieri, si è unito anche Beppe Grillo, che dal blog ha imposto la linea al Movimento: no a nuove elezioni, aprendo a possibili alleanze per far continuare la legislatura.

Al netto dell’intervento del comico, sono almeno tre gli scenari che darebbero vita a un governo in grado di ottenere la fiducia a Montecitorio e Palazzo Madama. Bloccando la corsa di Matteo Salvini verso le urne.

Il primo incastro prevede una maggioranza parlamentare che vada da LeU a Forza Italia: un esecutivo di unità nazionale (o salute pubblica) che tenga fuori Fratelli d’Italia e Lega. Un governo che nasca su impulso del Colle e metta insieme una coalizione su alcuni punti programmatici. Un governo di unità nazionale avrebbe una maggioranza schiacciante sia alla Camera che al Senato. Sommando i voti a Montecitorio di Leu (14) Forza Italia (104), Pd (111), M5S (216) Misto (27) si arriva a 472: un margine ampio rispetto al soglia dei 316 voti per incassare la fiducia. E il governo di salute pubblica non avrebbe alcuna difficoltà anche nel passaggio al Senato: Pd (51), M5S (107), Forza Italia (62), Misto (15) totalizzerebbero 235. Oltre dunque i 161 voti per far partire l’esecutivo. Con questa ipotesi il fronte sovranista, Lega e Fratelli d’Italia, sarebbe relegato all’opposizione.

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